Lunedì - Venerdì
9-13 | 16-20
Ci troviamo a Grammichele, sulle pendici del versante nord-occidentale dei monti Iblei nei pressi di Caltagirone e Mineo, in provincia di Catania. Un’area interna della Sicilia dove gli agrumeti sono la ricchezza principale, da sempre. Anche se distanti dal vulcano, l’Etna influisce sulle condizioni pedoclimatiche di quest’area, dove i terreni fertili e il clima la rendono uno dei luoghi più vocati della Sicilia per la coltivazione dell’Arancia Rossa di Sicilia, un frutto unico e pieno di benessere.
Le sue varietà Tarocco, Moro e Sanguinello sono caratterizzate dalla presenza di antocianine, che conferiscono al frutto una tipica colorazione rossa. Si tratta di varietà che necessitano determinate condizioni ambientali tradizionali della zona. Sono arance naturali, la cui raccolta avviene manualmente e solo a completa maturazione, secondo tradizione centenaria, con l’ausilio di apposite forbicine che tagliano il peduncolo. Ciò che rende unica l’arancia rossa di sicilia coltivata in queste zone è la ricchezza di vitamine e di antiossidanti, che aiutano a regolare le funzioni digestive e metaboliche e a prevenire infezioni e invecchiamento cellulare.
La vicina Caltagirone è patria della ceramica, una millenaria tradizione risalente al V secolo a.C.. Il suo centro storico, ricco di chiese, ville settecentesche e palazzi nobiliari, è Patrimonio Unesco dal 2002. La Scalinata di Santa Maria del Monte è il capolavoro seicentesco che più la identifica: i 152 gradini che la compongono sono decorati con maioliche artigianali, uno spettacolo unico e rappresentativo dell’arte ceramica del luogo.
Passeggiare per i vicoli di Caltagirone è un’esperienza unica, alla scoperta di piccole botteghe di artigiani ceramisti, con i profumi e i colori tipici di questa parte più autentica della Sicilia. Da non mancare, il museo della Ceramica.
Infine la vicina Mineo, paese di Luigi Capuana e di altri scrittori, come Giuseppe Bonaviri. Un territorio ricco di uliveti secolari e mandorleti. Si affaccia sulla valle dei Margi, coltivata ad agrumeti e ortaggi e oltre la vallata si estende una zona collinare coltivata a frumento. Da visitare il Palazzo Capuana, sede dell’omonimo museo e della biblioteca comunale. Nel museo, fra i tanti manoscritti, interessanti testimonianze epistolari dei due amici “veristi” Luigi Capuana e Giovanni Verga.
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