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La tradizione enogastronomica maceratese

In questo “annus horribilis”, a tutti gli effetti bisesto, quanto mai funesto, uno dei pochi settori  per i quali la gente continua a manifestare interesse, è quello legato all’enogastronomia. In tal senso abbiamo il piacere di segnalare ai nostri lettori come orientarsi tra le tradizioni enogastronomiche maceratesi abbinandole, come gradevole intermezzo, alla ricerca dell’immobile dei propri sogni.


In virtù dell’ambito territoriale, le tradizioni culinarie del maceratese risentono ovviamente della vicinanza con quelli limitrofi, strizzando l’occhio ai deliziosi fritti del Piceno, alle specialità di mare della costa, all’ottima ed impareggiabile norcineria dell’entroterra montano che si insinua fino all’Umbria attraverso il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, senza tralasciare la grande tradizione vitivinicola, focalizzata essenzialmente su vitigni di Verdicchio del versante jesino e o matelicese e della Vernaccia di Serrapetrona, un vino dolce frizzante che, unitamente al vin cotto dell’area del Comune di Loro Piceno, rappresentano un “unicum” sul mercato di riferimento.


Per quanto riguarda invece l’area ristretta della città di Macerata, possiamo suggerire i seguenti piatti tipici della tradizione, da segnalare a palati sopraffini, senza temere di deluderne le aspettative in termini di emozioni e percezioni sensoriali legate al piacere della tavola:
- “Gnocchi con la Papera” (gnocchi di patate con sugo rosso di carne di papera, di cui le “vergare” maceratesi hanno tramandato la ricetta nel tempo), legati alla tradizione della festa del patrono, San Giuliano, che cade il 31 Agosto ad identificare, in un certo qual modo, anche la fine dell’estate;
- I “Vincisgrassi”, una variante di pasta al forno fatta con sfoglia di pasta all'uovo, sugo di carne, besciamella, formaggio e, nella tipica variante maceratese, ingredienti segreti per esaltarne il sugo;
- Il “Ciauscolo”, un insaccato a pasta molle da spalmare su pane, tipico della tradizione contadina, che sembra risalire, addirittura, alla tradizione dei salumi freschi di età longobarda.


Per quanto riguarda il vino, oltre ai vitigni di cui sopra, ne proponiamo uno recentemente riscoperto e veramente tipico del territorio maceratese: il Ribona (due volte “bona” come la definiscono) DOC dei Colli Maceratesi, indicato per l’appunto anche anche come “Maceratino”, un vitigno decisamente autoctono a bacca Bianca che, oltre ad offrire al palato un gusto secco, sapido ed armonico aggiunge, un profilo olfattivo piacevole e caratteristico.


Stefano Angeletti


foto vigneto di Podere Sabbioni

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