Purtroppo la pandemia ha ripreso vigore, come d'altronde era immaginabile terminata la stagione calda, con l'inverno alle porte e le malattie ad esso collegate, così come ha ripreso vigore l'uso dello "smart working" che inevitabilmente sta cambiando anche il mercato immobiliare. Probabilmente, come viene segnalato da molti sondaggi effettuati tra lavoratori dipendenti, manager e top manager, lavorare da casa diventerà parte integrante del mondo del lavoro, alternandolo a quello in ufficio, o arrivando addirittura a diventare l'unica modalità, come già annunciato da alcune aziende tecnologiche della Silicon Valley, da alcuni importanti gruppi finanziari della City di Londra e da varie società del sud-est asiatico. Questo non solo elimina il bisogno di abitare vicino al luogo di lavoro, ma sicuramente richiede anche spazi più ampi, e tutto ciò porta a chiedersi: conviene comprare o prendere in affitto l'immobile d'interesse vista l'incertezza sulla durata della Pandemia e sulla conseguente ripresa economica, molto diversa a seconda dei settori e dei Paesi?
Gli interessi sui mutui non sono mai stati così bassi, grazie ai massici interventi delle banche centrali che permettono tassi bassissimi anche per gli anni a venire, ed inoltre il lockdown, per chi ha conservato il lavoro, ha permesso di risparmiare di più a causa della mancanza di viaggi e consumi in generale, per cui ci si chiede se è il momento giusto per comprare casa, magari non più in città ma nei piccoli paesi dove invece si va in vacanza oppure dove si è sempre sognato di vivere. Sia in America che in Inghilterra si è registrata un'ondata di acquisti nei sobborghi fuori dalle città, addirittura in alcuni casi anche triplicati rispetto l'anno precedente facendo segnare un piccolo aumento dei prezzi al metro quadro, rispetto invece ai primi segnali di diminuzione dei prezzi in centro città - complici anche le chiusure delle varie attività di "entertainment" - che non lo rendono più così attrattivo.
In Italia cosa sta succedendo? Come già detto e scritto in precedenza in tante interviste a importanti player del settore, in tanti siti e social, anche da noi si sono manifestate le stesse situazioni con una certa prevalenza all'acquisto piuttosto che all'affitto, anche perché per "genetica" siamo più portati ad essere proprietari che inquilini ed il settore a maggior sviluppo sono indubbiamente le abitazioni singole che permettono di avere più o meno spazio esterno privato magari attrezzato con piscina ed altre forme di svago. Anche negli affitti si è registrato un fenomeno simile con una diminuzione della richiesta degli immobili tradizionali, come gli appartamenti in condominio, ed un forte aumento della richiesta di ville, villini e casolari da affittare per un periodo più o meno lungo, sebbene l'aumento delle richieste non abbia portato, fino ad oggi, ad un incremento dei prezzi degli immobili e questo rende il mercato attuale sempre competitivo rispetto ad altre realtà più sopravvalutate.
Giampiero Torquati