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«Il Novarese e il lago d’Orta? Meritano di essere più conosciuti, bisogna promuoverli in tutto il mondo: io lo sto facendo con la mia cucina e con i programmi televisivi». Antonino Cannavacciuolo versione invernale ha trasformato Villa Crespi in un grande set-cantiere: il ristorante e l’albergo di Orta sono chiusi per la pausa fino al 30marzo, ma all’interno è un via vai di tecnici specializzati; da un lato si lavora per apportare nuovi tocchi e migliorie al locale, dall’altro lo chef è inseguito dalla troupe per girare le puntate tv dei suoi programmi.
«Mi permettono di girare l’Italia e incontrare tante persone e tante culture della cucina. È un’esperienza bellissima. E poi naturalmente ho modo di vedere la realtà italiana, che è piena di sfaccettature. E alla fine di tutti questi viaggi dico subito che nel Novarese abbiamo la fortuna di vivere in un territorio privilegiato, importantissimo sotto l’aspetto economico ma anche turistico». E allora, visto che conosce bene Orta e Novara, cosa manca per fare il salto di qualità? «Il lago d’Orta è stupendo, e l’amministrazione di Orta sta già cercando di promuoverlo, però perché alle dieci di sera è tutto chiuso, tutto spento? Vediamo di organizzare qualche evento, cerchiamo di essere da stimolo, e sono convinto che il turismo aumenterebbe ulteriormente». Quanto a Novara Cannavacciuolo rimarca che «è poco conosciuta sotto l’aspetto dei suoi monumenti, della bellezze che possiede, e ce ne sono tante. Allora, anche qui, è fondamentale la promozione; facciamo sapere in giro in che posti straordinari abbiamo la fortuna di abitare e lavorare!».
Il 2017 sarà l’anno dell’apertura del nuovo locale a Torino, alla Gran Madre: «Ci stiamo lavorando con cura, voglio che sia un posto di quelli che si ricordano, per questo occorre essere precisi in tutti i dettagli. Non so ancora la data dell’inaugurazione, ma quest’anno sicuramente apriremo». Da «Masterchef» o «Mare mio» lo chef più popolare della tv si porta tanti ricordi e suggestioni per nuovi piatti, ma la sua filosofia in cucina resta immutata: «Coniugo l’identità della mia terra d’origine, la Campania, con la mia terra d’adozione, il Piemonte. Come potrei fare a meno del riso, del gorgonzola, della carne piemontese? Guagliù, a un’ora di auto si va a Genova, vuoi che non mescoli il Piemonte col mare? La cucina non deve separare i territori, deve unirli, e per fortuna riesce a farlo bene!».
scritto da: Marcello Giordani, Orta san giulio
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