Brolo, antica città carica di tutte le stratificazioni offerte dalla storia, era già annoverata e conosciuta al tempo della dominazione araba e indicata come Marsā Dālīah, il ‘’porto della vite’’ e, con la singolare configurazione morfologica del borgo a ridosso della torre, domina visivamente un’ampia porzione di costa, soluzione strategica per avere un pieno controllo difensivo delle scorribande di Kair-ed-din, il famoso pirata Barbarossa.
Il castello di Brolo compare in un privilegio di Ruggero I del 1094, il primo nucleo del borgo con la sua torre era conosciuto in epoca normanna con il termine arabo di Voab, cioè “rocca marina”.
L’insediamento via via si consolida e si fortifica e nella prima metà del Quattrocento il complesso architettonico - evidentemente non più solo una torre - viene già definito “castrum” e “terra et turris”. La torre era un avamposto per la tutela delle attività portuali e allo stesso tempo un elemento tipologico privilegiato per l’avvistamento difensivo contro l’incursione saracena; il borgo rappresentava la ricchezza economica dell’immediato entroterra con le continue rotte commerciali.
Nel 1583 Camilliani, ingegnere militare incaricato di rinnovare le necessità difensive, definisce il castello efficiente restituendone un acquerello, come pure avrebbe fatto lo Spannocchi durante la sua ricognizione del sistema difensivo costiero siciliano. Per difficoltà economiche della famiglia Lanza, nel 1617 la proprietà fu venduta al Marchese della Roccella passando ad un altro ramo dei Lanza. Con la moda del Grand Tour anche il Castello di Brolo fu una delle tappe dei viaggiatori desiderosi di completare gli studi sulla conoscenza dell’architettura percorrevano la costa nord della Sicilia; i viaggiatori - per lo più stranieri - possono fornirci infatti una descrizione dello stato di fatto. Carl Grass, viaggiatore tedesco, nel 1804 si ferma a Brolo nel “vecchio castello” che “ancora mezzo secolo fa era compreso tra i più conservati vecchi edifici. Restavano le tracce degli antichi fasti degli spazi di rappresentanza della residenza nobiliare: “Nell’unica stanza ancora abitabile si vedevano i resti di tappezzeria di cuoio pressato, che sembravano essere stati un tempo dorati”. Vi era ancora un ponte di accesso al castello. È tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento che il cosiddetto Castello di Brolo viene in gran parte abbattuto, per liberare e lasciare in evidenza la torre.
Il castello di Brolo, oggi della Famiglia Germanà, la quale ha curato il restauro delle parti fatiscenti e dei danni subiti a causa della seconda guerra mondiale, ospita al suo interno il Museo delle Fortificazioni Costiere della Sicilia ed il Museo Storico della Pena e delle Torture, rappresentando, con la sua storia intrisa di leggende, cortigiane e pirati, uno degli angoli più suggestivi della costa tirrenica.