Il Nero d’Avola è il re dei vitigni a bacca rossa siciliani.
Si tratta di un vino rosso pieno, vellutato, dotato di profondità e splendidi profumi di macchia mediterranea.
La zona d’origine è quella di Avola, in provincia di Ragusa, ma questi vitigni sono presenti in tutta la Sicilia (ad eccezione dell’Etna dove invece regna il Nerello Mascalese). Complessivamente, si contano circa 12.000 ettari di superficie.
Ogni bottiglia esprime un proprio stile: si passa dai vini fruttati e più semplici da bere entro un paio d’anni, a quelli più costruiti che invecchiano in legno per più tempo.
La caratteristica che li accomuna è il profumo tipicamente mediterraneo, con sentori di terra ed eucalipto.
Un tempo era chiamato “Calabrese”, nome che sembra derivare dal dialetto "Calaravrisi", cioè uva (cala) di Avola, e le prime fonti scritte che lo citano risalgono alla fine del 1500.
È invece dai primi del ‘900 che lo si chiama “Nero d’Avola”.
Oggi prodotto in purezza, per secoli è stato esportato come uva da taglio per dare forza e colore a vini piemontesi, toscani e francesi.
L’aspetto del Nero d’Avola è un intenso rosso rubino, brillante, con riflessi violacei se giovane, granati se invecchiato.
È un accompagnamento ideale per tutti i piatti, ma tra gli abbinamenti ideali abbiamo la carne alla brace o alla griglia, la selvaggina, i formaggi stagionati, i piatti a base di funghi e pesce spada alla messinese.
Proprio nel messinese, esattamente a Montagnareale, sui Nebrodi settentrionali, vi è un’antica proprietà in vendita con vigneto di Nero d’Avola.
Si tratta di un borgo di fine 700, antica dimora di campagna del Barone Ignazio Romeo.