Il Flaminio è tra i primi quartieri a svilupparsi agli inizi del xx secolo, proprio a ridosso del centro storico. Fino alla fine dell'Ottocento, la vasta area che va da Piazzale Flaminio a Ponte Milvio era ancora campagna, un susseguirsi di campi, con qualche osteria sparsa qua e là, meta ideale delle domenicali "gite fuori porta".
La zona era però destinata ad una rapida trasformazione.
Storia e composizione del quartiere
Nel 1904 viene inaugurata la prima via tranviaria a traino animale. Al 1905 risale la costruzione dello Stadio Nazionale, divenuto poi Stadio Fascista, successivamente Stadio Torino. Demolito e riprogettato dall'architetto A. Nervi per i giochi olimpici del '60 prenderà l'attuale denominazione di Stadio Flaminio.
Ma di fondamentale importanza è il piano regolatore del 1909, che prevede la nascita di un nuovo quartiere, secondo un progetto unitario, particolarmente attento ad uno sviluppo di tipo residenziale.
Del 1911 l'inizio dell'esperimento della costruzione di villini a schiera della "Piccola Londra"; del 1913 l' inizio dei lavori della chiesa di Santa Croce, cuore spirituale del quartiere; a seguire in pieno periodo bellico (1916) l'avvio del complesso popolare di Villa Riccio, che con le sue case-giardino rappresenta un modo del tutto nuovo modo di concepire il contesto abitativo.
Il periodo fascista lascia la sua impronta "monumentale"con il Foro Mussolini, lo Stadio dei Marmi. Nell'edilizia privata il regime concede agli architetti maggiore libertà, che se a volte sfocia nell'eclettismo, in altri casi utilizza il linguaggio del nascente Razionalismo, ben visibile in alcuni edifici del Lungotevere, pur se associato sempre, ad una certa "grandiosità"
La ricerca stilistica in senso funzionale e razionalistico riprenderà negli anni '60, proprio con Villaggio Olimpico. Il progetto fatto in economia, prevedeva la realizzazione di abitazioni destinate ad accogliere gli atleti per le Olimpiadi del 1960. In questo caso viene utilizzato uno stile architettonico completamente rinnovato, tanto da apparire "moderno" ancora oggi. Collaborano architetti importanti: V. Cafiero, A. Libera, A. Luccichetti, V. Monaco, L. Moretti. La zona, che nel corso del tempo si era fortemente degradata, di recente è stata totalmente riqualificata , sotto la spinta di una serie di importanti progetti. l'Auditorium, il Maxxi, il Ponte della Musica........, che hanno dato al quartiere una nuova connotazione culturale, fornendolo, nello stesso nuovi spazi di aggregazione sociale.
Dal lontano 1909 il Flaminio non ha mai esaurito la spinta urbanistica, rinnovandosi di continuo, con la progettazione di grandi opere architettoniche, ma restando assolutamente fedele alla sua anima originaria. Il quartiere, pur essendo centralissimo, praticamente attaccato alla porta michelangiolesca di Piazza del Popolo, è agevolmente collegato alle vie di uscita dalla città. Caratterizzato indubbiamente , da una certa "storicità", risulta essere una zona assolutamente verde, animata da numerose scuole e dai più prestigiosi circoli sportivi della Capitale. Questi sorti praticamente, insieme ad esso, consentono da sempre, di vivere il fiume, secondo il più tradizionale stile di vita romano.
Antichi mercati, vecchie botteghe, nuovi negozi, movimentano le strade larghe, pianeggianti e alberate. Si può inoltre scegliere, c'è il Flaminio di Borghetto, della Piccolla Londra, di Villa Riccio, di via Donatello, viale Tiziano.. ovunque si avvertirà quel senso di appartenenza al quartiere, che è il suo vero punto di forza.
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