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Engel & Völkers Roma > Ostiense Garbatella Ardeatino Appia antica

Ostiense Garbatella Ardeatino Appia antica prezzi al metro quadro per comprare e vendere casa

Quest’area è posta nella parte Sud della città di Roma, nella zona Ostiense – Garbatella – Ardeatino, un’area molto vasta, seppure omogenea per la similitudine degli immobili in essa contenuti e dei servizi offerti. L’area, che si estende, in senso orario, dall’Appia Pignatelli fino alTevere, a contatto a ovest con l’area Portuense, è caratterizzata da quattro arterie principali, la famosa Appia Antica, la più scorrevole Cristoforo Colombo, la storica Ostiense e la commerciale Guglielmo Marconi.

PREZZI AL METRO QUADRO

Le zone di riferimento sono il quartiere Ostiense, circondato a nord dalle zone Testaccio e SanSaba, e il quartiere Ardeatino noto per il parco della Caffarella e dell’Appia Antica. Al centro tra queste due aree si posiziona la Garbatella, storico quartiere romano nato nel 1918 per volere di Vittorio Emanuele III di Savoia. L’intera macro-area è caratterizzata da circa 89.700 abitazioni, 155.000 residenti, 85.500 famiglie, reddito medio pro-capite disponibile pari a euro 25/26.000€, prezzo medio unitario (mq) dai 2.500,00 € ai 4.000,00 €, 890 operatori economici (divisi in 60 circoli sportivi, 300 attività HORECA, 500 professionisti e 20 strutture ricettive).



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APPIA ANTICA

Il Parco dell'Appia antica è un’area di circa 3.400 ettari, protetta con la L.R. 10 novembre 1988 n.66 “Istituzione del parco regionale suburbano dell’Appia Antica”.

Le finalità del Parco sono la conservazione e la valorizzazione del territorio in esso compreso, per permettere ai cittadini il godimento di straordinarie bellezze paesaggistiche e di importantissimi valori storici, artistici e naturalistici. Lungo il percorso dell’Appia Antica si possono trovare un gran numero di testimonianze e monumenti che raccontano la storia di Roma, dal periodo repubblicano e imperiale fino al medioevo, rinascimento e barocco, come testimoniano le numerose chiese disseminate lungo il percorso. Uno scenario capace di togliere il respiro, da più di duemilatrecento anni, posto che il fascino dell’Appia Antica cresce di pari passo con lo scorrere del tempo. Per rendersene conto basta concedersi una passeggiata lungo questa strada, simbolo di una civiltà intera; nelle belle giornate, la “Regina Viarium” rappresenta una ghiotta occasione per trascorrere un pomeriggio all’aria aperta camminando (o pedalando) fra sentieri lastricati, e testimonianze di un passato così grande che continua a riempire il presente. Punto di partenza è certamente il Mausoleo di Cecilia Metella, situato al III miglio dell’Appia Antica, a circa trecento metri a sud del complesso di Massenzio. Il Sepolcro, dedicato a una nobildonna della quale si sa ancora pochissimo, è stato costruito fra il 30 e il 10 a.C. e rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’archeologia romana. Difficile, infatti, trovare nell’Urbe dei monumenti funerari di dimensioni simili. “Le tombe erano collocate sulle strade per far rivivere il defunto negli occhi dei vivi e poi rappresentava un vero e proprio status sociale; le famiglie ricche, infatti, facevano a gara per comprare i terreni al margine delle vie per dimostrare la propria opulenza”.

Nel 1999, durante gli scavi per la costruzione dei bagni in vista del Giubileo, è stato scoperto un giacimento di basalto, la pietra che riveste l’Appia Antica, frutto dell’ultima eruzione del vulcano laziale, risalente a 260 mila

CAPO DI BOVE

Al IV miglio, poi è situato un altro polo di eccellenza. Si tratta di Capo di Bove, un’area di circa 8.600 metri quadri che in precedenza era stata adibita a villa privata (con tanto di piscina esterna), almeno fino al 2002, quando la Soprintendenza Archeologica e il Ministero per iBeni e le Attività Culturali decisero di acquistarla esercitando il diritto di prelazione, dato l’interesse archeologico dell’area, trasformando la struttura nell’unico cancello aperto sull’Appia.L’edificio principale è stato trasformato in un centro in grado di ospitare uffici, conferenze, eventi culturali, ma anche l’Archivio e la Biblioteca di Antonio Cederna, il padre del movimento ambientalista in Italia che tanto si è battuto per la tutela dell’Appia Antica.

OSTIENSE

Ostiense è il decimo quartiere di Roma, indicato con Q.X. Il toponimo indica anche la zona urbanistica 11A del Municipio Roma VIII (ex Municipio XI) di Roma Capitale. Fino al 1930 è esistito anche un suburbio omonimo, indicato con S.O. L'Ostiense è fra i primi 15 quartieri nati nel 1911, ufficialmente istituiti nel 1921 e prese il nome dalla via Ostiense. Nel quartiere sorge la Basilica diSan Paolo, intorno alla quale, nel IX secolo, iniziò a formarsi un insediamento fortificato che prese il nome di Giovannipoli, da Papa Giovanni VIII. Il quartiere ha visto iniziare il proprio sviluppo urbanistico intorno al 1907, quando il sindaco Ernesto Nathan iniziò a promuovere la creazione di un quartiere industriale all'inizio della via Ostiense. Su questo impulso, e complice anche il PianoRegolatore del 1909, furono costruiti il Porto Fluviale, il Gazometro, la Centrale Montemartini e iMercati Generali.

Il 30 marzo del 2008, è stato inaugurato, nel parco Schuster, un monumento commemorativo per le vittime dell’attentato del 12 novembre 2003 alla base militare di Nassiriya. L'opera è stata progettata dallo scultore Giuseppe Spagnulo. Ostiense è uno dei quartieri più frequentati dalla comunità gay infatti si trovano le sedi di Arcigay, il Circolo di cultura omosessuale MarioMieli, Di’Gay Project e Gay Center, il locale gay friendly Caffè Letterario, le storiche discoteche L'Alibi e Alpheus.

Fu qui che negli anni novanta, nei pressi dell'ex Gasometro di via Ostiense, nacque la serata Muccassassina. La vita gay nel quartiere Ostiense fu immortalata da Ferzan Özpetek (che in questa zona vive tuttora) nel 2001 nel film Le fate ignoranti. Il palazzo con la grande terrazza in cui si svolge buona parte del film si trova infatti in via del Porto Fluviale 35.

Tantissimi sono i locali e i ristoranti famosi di zona come il Porto Fluviale, Il Secchio e l'Olivaro e Gelateria Romana.

GARBATELLA 

Garbatella, la zona urbanistica 11C del Municipio Roma VIII (ex Municipio Roma XI) di Roma Capitale, si estende sul quartiere Q.X Ostiense e rappresenta un vero e proprio rione delle sorprese. Dal barocchetto romano all’architettura fascista, passando per chiese del ‘500 e catacombe di duemila anni fa, la Garbatella è un luogo unico per capire Roma.

Novantotto anni.Tanti ne sono passati da quando Re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra della Garbatella,nell’attuale piazza Benedetto Brin; era il 18 febbraio 1920. Nell’iscrizione che commemora quel giorno, murata nell’edificio centrale della piazza, si legge: “Per la mano augusta di S.M. il ReVittorio Emanuele III l’Ente autonomo per lo sviluppo marittimo e industriale e l’istituto delle Case popolari di Roma con la collaborazione delle Cooperative di lavoro ad offrire quieta e sana stanza agli artefici del rinascimento economico della Capitale questo aprico quartiere fondato oggi XVIIIFebbraio MCMXX”.

Ma il tempo è stato galantuomo con questo quartiere, nato borgata e diventato piano piano uno dei Rioni (il primo fuori le mura) più ambiti e a misura d’uomo della Capitale.Questa zona di Roma deve il suo nome alla proprietaria di un’osteria, la “garbata ostella”, nota a tutti i fedeli che vi passavano nel corso dei loro pellegrinaggi delle Sette Chiese. La parte “vecchia”del Rione non tradisce le origini operaie dei suoi abitanti ma stupisce i visitatori per la singolarità dello stile architettonico. Garbatella nasce intorno a 62 lotti ispirandosi alla città giardino inglese(caratterizzata da case unifamiliari con giardini e spazi verdi coltivabili), e infatti, oggi, quelli che un tempo erano orticelli, sono diventati giardini o spazi comuni all’aperto. Il barocchetto romano è lo stile architettonico più tipico della zona, ma le sorprese dietro ogni angolo lo rendono un luogo magico per architetti, urbanisti o semplicemente turisti. Il primo degli edifici iconici del quartiere è a pochi passi dalla Metro B (fermata Garbatella) ed è chiamato la Scoletta. Vecchia villa della nobiltà papalina nel Cinquecento, è un’opera dell’architetto Innocenzo Sabbatini datata 1919-22.Continuando la passeggiata verso piazza R. da Montecroce, si arriva alla Fontana Carlotta.

Sembra essere stato questo il nome della “garbata ostella”, al fianco della quale sorge la “scaletta degli innamorati”, cantuccio prediletto delle coppie nel secondo dopoguerra. Continuando verso piazza Bonelli e superando il busto di Carlotta con l’indicazione “La Garbatella”, si arriva in via Cardinal Massaia. E’ qui che sorge il primo dei quattro Alberghi Suburbani. Sempre a opera del Sabbatini,tre di questi edifici del biennio ’28-’29 vennero edificati a incastro grazie alla loro forma a Y(Albergo Rosso a parte dalla forma a bottiglia rovesciata). Nati per ospitare gli sfollati del centro diRoma, hanno accolto anche ospiti illustri, come il Mahatma Ghandi, che alloggiò nel Bianco nel1931. Compresi tra via Borri e via De Jacobis, meritano attenzione i villini del Lotto 24. Chiamati“casette modello”, sono 13 palazzine create nel 1929 per dimostrare che si potevano costruire abitazioni funzionali al progetto totale del quartiere, investendo solamente 8mila lire per ognuna di esse.

Questa riuscita sperimentazione architettonica è un importante caso di studio e si affaccia su piazza Sant’Eurosia, parte integrante del cammino delle Sette Chiese e dimora della Chiesoletta. E’ qui vicino che si incontrarono S.Filippo Neri e S.Carlo Borromeo. Lo testimoniano due medaglioni sulla parete dell’edificio di culto, costruito nel 1818 e nel quale interno sono presenti tre busti in gesso attribuiti al Canova. Proseguendo verso piazza Sauli, invece, incontreremo l’imponente scuola elementare Cesare Battisti, edificata in pieno Ventennio e caratterizzata da quattro aquile littorie che incombono sulla facciata. Superando il Lotto 8 e il suo Teatro Paladium,non si può terminare la visita a Garbatella prima di essere passati per Via delle Sette Chiese e per ilParco di Commodilla. Le Catacombe (IV sec. d.C.) al suo interno proteggono una delle testimonianze più importanti del passaggio dal latino al volgare, nella cornice di un affresco nella cripta dei Santi Felice e Adautto.

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