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Visita guidata nel cuore di Sabaudia: passeggiata nel bosco verso la Villa di Domiziano

Sabaudia è una meravigliosa città nel cuore dell’Agro Pontino, caratterizzata da 20 km di spiagge incontaminate, il cui mare vince la bandiera blu ogni anno, da zone paludose abbracciate da tre laghi costieri e da una delle più antiche aree naturali protette, il Parco Nazionale del Circeo, che prende il nome dal Monte Circeo, cima montuosa che tocca i 541 metri. Nonostante le diverse tipologie di territorio che caratterizzano Sabaudia, il paesaggio risulta armonioso e pittoresco, ed è facile capire come possa essere ed essere stato fonte di grande ispirazione per poeti, registi ed artisti.

Sabaudia è dove l’occhio non smette di cercare nuovi orizzonti, guidato dal profumo dell’aria che mescola note di mare, di bosco e di fiori.

Ogni anno questa incantevole località è scelta come meta per trascorrere le vacanze anche da moltissimi vip, tanti di fama internazionale, ma Sabaudia non è solo feste, gossip e mondanità…

Esistono degli angoli segreti, sconosciuti ai più perché protetti dalla natura e da oasi di tranquillità.

Una delle meraviglie nascoste di Sabaudia è “La Villa di Domiziano”, appartenuta all’ultimo Imperatore della dinastia Flavia, da cui prende il nome.

E’ una delle domus imperiali meno conosciute, sia perché il sito non è ancora completamente scavato, sia perché questa magica villa è incastonata nel cuore del Parco Nazionale del Circeo, a ridosso del meraviglioso Lago di Paola.

Il territorio promuove numerosissime attività affinché questi posti, quasi inesplorati, possano essere visitati e conosciuti.

Sono rinomate le visite guidate a questa domus dai caratteri misteriosi, a cui è possibile accedere anche via lago, prendendo una canoa, o facendosi portare da uno dei tipici battelli che navigano le acque del Lago di Paola, nel completo rispetto delle specie animali che popolano l’oasi.

E’ facile infatti ammirare stormi di moltissime specie ristorarsi sul lago durante le migrazioni o vedere volpi e cerbiatti abbeverarsi insieme lungo le rive.

La Villa fu scavata con maggiore attenzione solo nel 1934 e non completamente a causa della fitta vegetazione che ha ricoperto i resti antichi ed a causa delle radici dei pini marittimi che scendono in profondità nel terreno.

Finora le costruzioni venute alla luce possono essere suddivise in tre zone precise: a meridione un'area termale-balneare, una zona centrale costituita da cisterne ed acquedotti mentre a settentrione una zona residenziale con bacino absidato.

L’area termale-balneare si compone di un impianto termale molto ben articolato e strutturato, completo di calidarium, frigidarium, tepidarium, l'apodytermarium (spogliatoio) e di laconicum, a cui si aggiunge una palestra all'aperto, i cui pavimenti in mosaico sono ancora ben visibili, ed un edificio balneare, che comprendeva stanze pavimentate in opus sectile in marmo policromo con fantasie molto studiate.

Passeggiando per il bosco si arriva alla seconda area scavata della Villa, ovvero l'area delle cisterne centrali:

in una zona più alta rispetto al lungo lago, si trovano tre cisterne e l'acquedotto per l'approvvigionamento delle acque necessarie a tutto il complesso che si trovava distante da sorgenti. Tra queste tre cisterne è facile distinguere “la Cisterna dell’Eco”, chiamata così per via dell’acustica perfetta che la caratterizza. Questa cisterna era capace di contenere 1700 m³ d'acqua e  si compone di due vani rettangolari paralleli intramezzati da ben 16 archi, più una piccola stanza che fungeva da castello di divisione dell'acqua.

La cisterna adiacente, viene chiamata "Cisterna delle Navi" per i numerosi graffiti che hanno come soggetto delle navi da carico, curiosamente non in navigazione. La presenza di questi graffiti ha fatto ipotizzare il cambiamento di funzione dell'ambiente: un alloggio per soldati o prigionieri.

La terza cisterna, la più grande fra le tre, si trova invece nella parte orientale del complesso idrico e riceveva l'acqua direttamente dall'acquedotto.

L’area residenziale, da identificarsi nella parte settentrionale del complesso, è ancora chiusa al pubblico. Si compone di uno Xystus, ovvero un luogo che in antichità era adibito al relax nel giardini, una grande peschiera in opus incertum ed un portico.

Resti di rivestimenti in marmo confermano che la villa fosse decorata in modo lussuoso.

Attraversare le rovine di questa misteriosa villa permette di  sentirsi parte integrante di questo meraviglioso territorio che ha molto da offrire; passeggiare nel fitto bosco del Parco Nazionale del Circeo ispira pace e permette di ascoltare il vero suono dell’anima di questa città, unica nel suo genere.

I colori del mare e del Lago, abbinati al verde dei boschi ed alle sfumature delle rinomate dune sabbiose ai piedi della montagna sono parti di un solo quadro, che solo qui può essere ammirato.

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