Il futuro del retail è legato alla possibilità di poter investire in innovazione e rilanciare per dare il via ad una nuova stagione capace di garantire il giusto equilibrio alle tre dimensioni della sostenibilità: sociale, economica e ambientale.
In era Covid-19 la distribuzione moderna ha rappresentato il principale luogo di relazione per gli italiani, se vogliamo l’unica meta quotidiana che anche durante il lockdown ha continuato a garantire sugli scaffali tutto il necessario per le famiglie. Una responsabilità sociale che è allo stesso tempo d’impresa e di comunità, con una presenza in ogni quartiere e nelle periferie.
Il settore Retail è una colonna portante della nostra economia: unendo insieme alimentare e non, rappresenta il primo settore per fatturato, numero di imprese, di occupati e di investimenti, con ben 542 miliardi di euro di fatturato, quasi 10 miliardi di euro di investimenti e oltre due milioni di occupati.
Gli esperti avanzano alcune “proposte” da mettere sul tavolo. Tra queste, ad esempio, aiuti per chi investe nell’innovazione digitale sostenendo la formula ibrida del retail tra negozio fisico ed e-commerce, sostegni per chi integra nel proprio negozio servizi a favore dei cittadini, semplificazione burocratica per chi vuole aprire un punto vendita. Ma le proposte non riguardano solo l’imprenditore: tra le idee, anche vantaggi per i consumatori, con incentivi per gli acquisti più sostenibili che rispettano l’ambiente, abbattimento dell’IVA sui prodotti biologici e del commercio equo e solidale.
Far ripartire i consumi è certamente il primo obiettivo da raggiungere, altrimenti risulterà veramente difficile veder ripartire la nazione. Speriamo davvero che le risorse del Recovery Plan vengano utilizzate anche in questa direzione, sarebbe gravissimo il contrario.