Nonostante le discussioni in corso, la possibilità di applicare la cedolare secca per l'affitto di negozi nel 2024 rimane incerta. La Legge di Bilancio per il 2024 non ha introdotto novità significative riguardo l'estensione della cedolare secca agli affitti commerciali. Tuttavia, la riforma fiscale, attraverso la legge delega, contempla l'ipotesi di estendere questa facilitazione anche alle locazioni di immobili non residenziali, come negozi e uffici, utilizzati da esercenti attività d'impresa.
L'attuale cedolare secca, che prevede una tassazione sostitutiva del 21%, è limitata ai contratti di affitto residenziale e a specifici contratti commerciali stipulati nel 2019. Questi ultimi devono riguardare immobili di categoria catastale C/1 con superficie non superiore a 600 metri quadrati, escludendo eventuali pertinenze.
Recentemente, il Governo ha esaminato la possibilità di estendere la cedolare secca agli affitti commerciali, ma la scarsità di risorse finanziarie ha frenato ogni iniziativa in questo senso. Di conseguenza, per il 2024, le opzioni per applicare la cedolare secca a nuovi contratti commerciali sono escluse.
La situazione potrebbe evolvere con l'attuazione dei decreti attuativi della riforma fiscale, ma fino ad oggi non si sono verificati passi avanti significativi. Nel frattempo, i contratti di locazione stipulati nel 2019 per immobili commerciali di categoria C/1 possono ancora beneficiare della cedolare secca, a condizione che non fossero in vigore contratti preesistenti per lo stesso immobile alla data del 15 ottobre 2018.
In attesa di ulteriori sviluppi, il quadro normativo resta in una fase di stallo, con il Governo che mostra interesse verso un'eventuale estensione della misura ma senza le risorse necessarie per realizzarla. La comunità imprenditoriale e i proprietari di immobili commerciali continuano quindi a navigare in un contesto di incertezza, sperando in novità legislative che possano supportare maggiormente il settore attraverso incentivi fiscali come la cedolare secca.