Il primo giorno dell'anno: tra storia, origini, riti, usanze e leggende
Le origini del Capodanno si rintracciano nell'antica antica Mesopotamia, dove gli assiri e i babilonesi usavano un calendario lunare per festeggiare l’inizio del ciclo annuale in coincidenza delle lune nuove. Egizi, fenici e persiani, per esempio, facevano coincidere il Capodanno con l’equinozio d’autunno, il 21 settembre, mentre i greci festeggiavano il solstizio invernale il 21 dicembre. I Romani il primo gennaio inviavano il pranzo agli amici e un vaso con miele, datteri, fichi e ramoscelli d'alloro, detti strenne, come augurio di fortuna e felicità.
Il significato attribuito al Capodanno è ancora quello simbolico che ricorda a tutti la fine di un percorso e l'inizio di uno nuovo. Un processo primordiale di cui l'uomo ha bisogno per credere che il cambiamento sia possibile. E la mezzanotte segna proprio il momento di passaggio. I simboli, le tradizioni e le legende si mescolano affinché i riti magici della rinascita possano mescolarsi con le usanze per creare il rituale perfetto e scacciare il vecchio pe raccogliere il nuovo.
Così c'è chi si veste di rosso, chi si bacia sotto il vischio perché porterà amore per tutto l'anno, chi mangia lenticchie e melograno perché favoriscano l'abbondanza e la ricchezza. Chi spara i botti echi lancia i cocci.
E così il primo dell’anno influenza tutti i giorni avvenire e lo si sa bene anche a Catania, Taormina, Siracusa e Ragusa dove si suol dire “… cu è allegru a Capudannu è allegru tuttu l’annu…”.