Situata nel cuore della Valle del Belice, e a pieno diritto da alcuni anni entrata nel club de 'I Borghi più Belli d'Italia', Salemi è una città arabo-medievale di importante rilievo urbanistico della provincia di Trapani. Ubicata tra le colline coltivate a vigneti ed uliveti si raccoglie intorno al castello dal cui terrazzo della torre è possibile godere di un vastissimo e suggestivo panorama sulla Sicilia occidentale fino al mare,
Qui ogni anno, da molti secoli, il 3 febbraio si celebra una delle feste più importanti legate alla lavorazione del pane: La festa di San Biagio, patrono della città.
In questa data i salemitani, in onore della festività di S. Biagio, si recano nell’omonima chiesa, situata nell’antico quartiere del Rabato e per rendergli omaggio preparano dei tradizionali pani votivi, fatti di pasta non lievitata e cotti al forno, i quali vengono distribuiti ai fedeli dopo essere stati benedetti.
Questi piccoli pani vengono chiamati rispettivamente: “cuddureddi” e “cavadduzzi” che con le loro caratteristiche forme rimandano alla tradizione che raccontano.
I primi, infatti, simboleggiano la gola, di cui San Biagio è protettore, in quanto si racconta che il santo salvò la vita di un ragazzo che stava morendo soffocato da una lisca di pesce.
I secondi invece sarebbero legati a un miracolo avvenuto dopo la morte del santo; si racconta che durante il regno di Carlo V nel 1542, le campagne salemitane furono invase da sciami di cavallette che distrussero il raccolto e salvate, pare, per intercessione del santo a cui il popolo si rivolse affinché liberasse la città da questa invasione. Fu proprio allora che venne eletto compatrono della città di Salemi insieme a San Nicola di Bari. Da allora il popolo promise di ringraziare il santo ad ogni ricorrenza riproducendo le cavallette negli artistici pani.
Da una decina di anni, presso il Castello Normanno Svevo a partire dalle 16:00 si svolge il Corteo Storico Rievocativo del Miracolo di San Biagio; al rullo dei tamburi tradizione e religiosità popolare si fondono in una singolare sfilata allegorica che rievoca la liberazione di Salemi dall’invasione delle cavallette ad opera del santo.
Un corteo di nobili in abiti medievali, di tamburini e musici che, partendo dal Castello, percorre le principali vie del centro storico di Salemi fino alla Chiesa dedicata al Santo.
Sebbene quest'anno per motivi di sicurezza il corteo non abbia potuto sfilare per le strade di Salemi, nemmeno l'attuale situazione ha fermato la tradizione, e anche senza corteo le sapienti mani dei maestri panificatori salemitani hanno creato come ogni anno i pani artistici realizzati in occasione della festa, a dimostrazione che il momento storico che stiamo attraversando ci ha privato di molte cose, ma certe tradizioni sopravvivono nonostante le condizioni esterne.