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Marettimo: il paradiso incontaminato delle Egadi

Acque cristalline in cui nuotare, fondali ricchi di meraviglie da esplorare, natura selvaggia da scoprire… tutto questo e molto altro racchiuso in soli 12,3 kmq. Vi presentiamo l’isola di Marettimo: la più occidentale ed incontaminata dell’arcipelago delle Egadi.

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Facente parte del comune di Favignana, Marettimo ha una superficie di soli 12,3 kmq, contando appena 680abitanti, e raggiunge la sua vetta più alta con il Monte Falcone a 686 m sul livello del mare.

Il suo nome di origine greca Hierà Nésos vuol dire “isola sacra”. Le antiche popolazioni di questa ristretta area del Mediterraneo (Fenici, Elimi, Sicani) le attribuirono un carattere di sacralità di cui ancora oggi si può godere. Secondo la teoria trapanese dell'Odissea (nata ad opera di Samuel Butler), Marettimo verrebbe  a coincidere, dal punto di vista geografico, con Itaca, la patria di Ulisse; sarebbe lo stesso eroe a indicarne la posizione. Quello con cui la conosciamo oggi però deriva dal latino “Maritima”, probabilmente per l’abbondante presenza sull’isola del timo selvatico, questa non è tuttavia l'unica tipologia di erba che cresce spontaneamente nell'isola, il cui clima del tutto particolare ha contribuito allo sviluppo di una flora straordinaria.

A differenza di Levanzo e Favignana, che nei corsi dei secoli hanno subito una tremenda deforestazione, Marettimo gode di una flora rigogliosa che la rende un vero e proprio paradiso botanico condizione probabilmente dovuta alla sua posizione e alla sua natura impervia e selvaggia, difficilmente plasmabile dall’uomo.

A Marettimo sono presenti più di 500 specie, alcune delle quali tipiche dell’isola e non presenti in altre parti della Sicilia.

I cieli dell’isola di Marettimo sono inoltre attraversati da diversi tipi di uccelli come il nibbio, l’airone, il barbagianni, il falco pellegrino, l’aquila del bonelli, il martin pescatore e il gabbiano reale del mediterraneo.

Infine, nelle acque di Marettimo sono state avvistate dai pescatori alcuni esemplari di foca monaca che sembrava ormai da tempo scomparsa da queste zone.

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L’isola venne abitata perla prima volta probabilmente intorno al 5.000 a.C. (diversi reperti ritrovati sull’isola e conservati oggi nel museo del mare, lo testimoniano); probabilmente Marettimo era un luogo d’appoggio per chi attraversava il Mediterraneo in cerca di riparo e provviste.

L’ingresso ufficiale sui libri di storia è datato 20 marzo 241 a.C., con la battaglia che pose fine alla prima guerra punica. Diversi autori citano Hierà come il luogo dove venne firmato il trattato di pace tra Romani e Punici-Cartaginesi dopo la drammatica Battaglia delle Isole Egadi in cui la flotta cartaginese venne sconfitta dai romani e fu firmato l’armistizio.

Da quel momento i romani fecero dell’isola un presidio militare a controllo della rotta tra la Tunisia e Roma. Di questo periodo storico ci rimane il complesso noto come “Case Romane”, situato nella parte alta dell’isola, costituito da due piccoli edifici e da una chiesetta di epoca normanna.

Alla dominazione romana seguì l’invasione dei vandali, poi dei bizantini ed i saraceni. Probabilmente è da attribuire a questi ultimi la costruzione della torre di avvistamento sul promontorio di Punta Troia.

Fu poi la volta gli arabiche rimasero per oltre un secolo lasciando molti vocaboli relativi alla pesca e alla casa adottati tutt’oggi.

La cacciata degli arabi fu ad opera del conte Ruggero D’Altavilla che nel 1078 portò la cristianità sull’isola.

I secoli successivi videro alternarsi: Svevi, Angioini e Spagnoli. Con questi ultimi Marettimo visse così come tutta la Sicilia un periodo di grande isolamento e sotto costante minaccia da parte di pirati, al punto che gli abitanti di Marettimo furono costretti a vivere rifugiandosi nelle grotte dell’isola.

Nel 1637, gli spagnoli, ormai in bancarotta, furono costretti a lasciare l’isola.

Cominciò pian piano una lenta ma costante ripopolazione, soprattutto alla fine del XVIII secolo sotto i Borbone che cercarono di riformare lo stato, rivalorizzandone il territorio.

Con la Rivoluzione francese il castello di Marettimo divenne una prigione per prigionieri politici.

Solo tra la metà e la finedell’800 in un clima di pace portato da re Ferdinando II di Borbone e con l’arrivo della famiglia Florio in Sicilia, gli abitanti di Marettimo abbandonarono le grotte per costruire le proprie case in tufo.

La famiglia Florio diede una fortissima spinta sia economica che culturale alle Egadi, con la costruzione delle tonnare e con il rifiorire della coltivazione dei campi.

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L’isola di Marettimo è ben collegata alla terra ferma grazie un comodo servizio di Aliscafi e traghetti, con partenza da Trapani e nel periodo estivo anche da Marsala.

Le corse sono molto frequenti e rendono agevole lo spostamento all’interno dell’arcipelago delle Egadi. In poche decine di minuti è possibile raggiungere comodamente da Marettimo anche Levanzo e Favignana.

Sull’isola ci si muove a piedi, in quanto è vietato l’utilizzo delle auto eccetto che per pochi mezzi autorizzati.

L’attività più gettonata è in genere il giro in barca dell’isola, spesso con tour organizzati; Marettimo è infatti l’isola delle Grotte sul Mare; più di 400 tra grotte e insenature, molte delle quali raggiungibili solo via mare. Qui non troverete spiagge attrezzate, piuttosto piccole calette immerse nella natura bagnate da acque cristalline e ricche di pesci.

Un paio di queste spiagge sono raggiungibili a piedi in pochi minuti perché nelle immediate vicinanze del paese, altre richiedono percorsi un po’ più lunghi, attraverso sentieri che costeggiano la montagna o che si insinuano tra boschi.

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Ma Marettimo è ricca di meraviglie non solo marittime e fruibili in tutti i periodi dell’anno. E’ possibile infatti dedicarsi ad attività di trekking o climbing addentrandosi tra i suoi sentieri più selvaggi.

Un paradiso ricco dei segni della storia che lo ha attraversato, eppure al contempo incontaminato e del quale il tempo sembra non aver turbato la natura. 

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