Lunedì - Venerdì
9.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00
Sabato 9.00 -13.00
In molte parti d'Italia il Carnevale è festeggiato con maschere e manifestazioni caratteristiche. Anche Varese ha le sue tradizioni, legate indissolubilmente alla sua storia.
Nella Città Giardino da decenni si celebra il Carnevale Bosino, organizzato dalla Famiglia Bosina, associazione nata nel secondo dopoguerra per valorizzare il dialetto, le usanze e le storie locali, il cui nome prende spunto dall'appellativo con cui vengono chiamati da sempre i varesini: bosini, appunto.
Come molte città, anche a Varese il Carnevale è una festività molto sentita. Già nel XVI secolo, durante la signoria di Francesco d'Este, il Carnevale era celebrato con grandi feste di piazze. Nell'Ottocento poi si sviluppò l'usanza dei cortei mascherati.
Anno dopo anno, nacque il mito del Re Bosino, figura chiave del Carnevale varesotto, a cui il sindaco cede le chiavi della città per sette giorni. Il Re Bosino così governa Varese in questi giorni di festa, potendo anche deliberare curiose leggi che – purtroppo o per fortuna – hanno vita breve: il tempo di un Carnevale. La sua reggenza si conclude il giorno di sabato grasso, quando dopo aver guidato il corteo dei carri mascherati scortato da due cavalli bianchi, recita il discorso finale, rigorosamente in dialetto.
Re Bosino proclamato durante il Carnevale varesotto del 2019
Fonte: prealpina.it
Ma il Re Bosino non è l'unica figura legata al Carnevale di Varese. Se a Venezia hanno Colombina, a Roma Rugantino, a Napoli Pulcinella e a Torino Gianduja, qui a Varese tutti conoscono la maschera tradizionale di Pin Girometta. La sua invenzione si deve a Giuseppe Talamoni, che negli anni '50 si ispirò a un personaggio girovago delle valli che passava le sue giornate a vendere la girometta, ossia un pupazzetto portafortuna impastato con acqua e farina e sormontato da una colorata penna di gallina.
Come riconoscere il Pin Girometta? Il suo costume è un sunto iconografico del territorio: calze a righe bianche e rosse (come lo stemma di Varese), pantaloni blu (a memoria dei tanti laghi della provincia), casacca verde (per ricordare i giardini della città), mantello marrone (le montagne che si affacciano sulla valle) e un ampio cappello, per difendersi dal sole che splende sulla provincia.
Ma torniamo alla girometta, le cui origini risalgono al primo Ottocento, quando il territorio varesino passò dal dominio francese a quello austriaco.
La girometta, nella sua forma stilizzata, non è altro che una bonaria presa in giro dei soldati francesi, e così pure il nome, che deriva dalla storpiatura di “girolamit” ossia dello sconfitto condottiero Gerolamo Bonaparte.
Successivamente, la girometta cominciò ad essere venduta come souvenir al Sacro Monte, guadagnando via via ulteriori abbellimenti, come pezzetti di carta colorata applicati sul corpo o graziose pietruzze a formare occhi e bocca.
Per realizzare una girometta come si deve a casa, basta impastare ½ kg di farina bianca (per dolci) con 2 bicchieri di acqua fredda, e seguire attentamente la procedura originale prima di infornarla per una ventina di minuti.
Quest'anno il giovedì grasso cadrà l'11 febbraio, mentre il martedì grasso il 16 febbraio. A Varese si festeggia anche il Carnevale Ambrosiano, che si conclude con il sabato grasso, che quest'anno sarà il 20 febbraio.
Purtroppo tutte le manifestazioni sono state annullate, per cause di forza maggiore, compresa la sfilata dei carri allegorici alla quale partecipano i gruppi folkloristici dei rioni cittadini e dei paesi vicini. Questo però non significa che non si possano ricordare le maschere tradizionali di Varese.
Durante il Carnevale Bosino tutto è possibile, ma non serve chiedere al re della festa la grazia di trovare la casa dei propri sogni. Per questo può bastare recarsi nella nostra agenzia immobiliare Engel & Völkers più interessanti del momento.
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