Quali sono per Lei le caratteristiche di una “grande donna”?
Principessa Bettina Wittgenstein: Per prima cosa, le classiche caratteristiche che servono per avere successo: disciplina, rapidità, capacità decisionale, resistenza allo stress e, soprattutto da Engel & Völkers, flessibilità. A queste si aggiungono intelligenza emotiva e la capacità di porsi degli obiettivi e perseguirli. Nella vita professionale è molto importante inoltre saper delegare e motivare il proprio team. Devo dire tuttavia che ho sempre avuto la fortuna di lavorare con persone fantastiche al mio fianco. Il networking internazionale riveste per me un ruolo molto importante, così come il multitasking. Non mi muovo mai senza la mia rubrica telefonica. Bisogna però anche saper fare delle rinunce: mentre le mie amiche si incontrano spesso per pranzo, io cerco di dividermi tra lavoro e famiglia. E infine, un punto che mi sta particolarmente a cuore: senza un po’ di humor, non si va da nessuna parte.
Paloma Pérez: Non voglio enfatizzare eccessivamente le caratteristiche delle grandi leader, perché ognuna ha il proprio stile e le proprie peculiarità. Credo però che esistano certi atteggiamenti e comportamenti più evidenti nelle donne che negli uomini:
1. Le grandi donne hanno soft-skill particolarmente spiccate come passione, determinazione ed empatia.
2. Le donne di potere sono a proprio agio in un’organizzazione di tipo orizzontale più che gerarchica. Queste donne sanno che la leadership non è controllo o imposizione, bensì rispetto: tutti sono uguali, nessuno è superiore. Ed è per questo che non usano strumenti coercitivi per dimostrare il loro valore. Preferiscono fare opera di convincimento, diventare un riferimento e collaborare.
3. Infine, le grandi donne non temono di riconoscere ad altri i meriti dovuti. Questo costante riconoscimento le fa sentire sicure e valorizzate.
Michaela Cordes: Non so se definirmi una grande donna. Non posso negare però di aver avuto grandi esempi sin dalla mia infanzia. La mia nonna materna era una cantante d’opera. Una donna gentile, ma anche incredibilmente forte e indipendente. Sua figlia, mia madre, mi ha avuta molto presto e successivamente ha anche adottato due figli, cosa impensabile per quegli anni. E questo, solo perché i miei genitori volevano che questi bambini avessero una casa. Ancora oggi mia madre è una donna un po’ “scomoda”, che dice sempre quello che pensa, un concentrato di vitalità e curiosità. Mi ha educata presto a farmi una mia opinione sulle cose e a credere nei miei sogni. E nelle mie figlie (17 e 20 anni) rivedo oggi tutta la sua forza.
Oggi una donna è ancora costretta a scegliere tra famiglia e carriera? In questo senso, quale consiglio darebbe alle giovani donne?
Principessa Bettina Wittgenstein: Il mondo oggi è molto diverso da com’era durante la mia gioventù. Per la generazione delle mie figlie è normale, ad esempio, ottenere un titolo di studio. Le donne e le madri devono essere autonome e indipendenti economicamente. Ciononostante, gestire lavoro e carriera resta per molte donne una grande sfida. Nella mia vita, ci sono un marito, due figlie, due cani, due famiglie e il mio lavoro. Mi piace molto però fare cose anche al di fuori del mio ambiente familiare.
Sono profondamente convinta che le donne siano in grado di raggiungere gli stessi risultati degli uomini. In questo senso, i Paesi scandinavi sono un esempio. In Svezia, l’80 per cento delle donne lavora regolarmente e molte di loro occupano posizioni di prestigio. È a questo che dobbiamo tendere.
Michaela Cordes: Mi piacerebbe rispondere di no. Soprattutto in Germania però, mi sembra che lottiamo non solo per garantire ai nostri figli un posto all’asilo, ma anche contro una certa mentalità, da cui le donne faticano a liberarsi per trovare la loro strada. È capitato anche a me, con l’arrivo della mia prima figlia. Metà delle donne mi domandava (!): quand’è che arriva il secondo? L’altra metà mi chiedeva invece quando sarei tornata a lavorare. Sono stata fortunata perché il padre dei miei figli mi ha sempre sostenuta con calore, soprattutto nella decisione di restare a casa con le bambine e tornare a lavoro solo quando una ha iniziato la scuola e l’altra l’asilo. Ma è un’eccezione. Oggi i genitori devono entrambi lavorare. Dovremmo prendere esempio dal modello francese: In Francia infatti, è universalmente accettato ed economicamente accessibile che le mamme lavoratrici lascino i loro figli all’asilo. In ogni caso, consiglio alle donne più giovani di scegliere una buona formazione E di accumulare un paio d’anni di esperienza lavorativa prima di fare un figlio. Tornare a lavoro sarà così molto più facile come pure riacquisire una propria consapevolezza, quando la fase di “pannolini e biberon” comincerà ad andare stretta. Durante le tantissime notti insonni, ripensavo spesso alle esperienze lavorative più interessanti e questo mi ha molto aiutato a vivere la maternità in modo unico e con serenità.
Paloma Pérez: Io penso che una donna non debba mai trovarsi nella posizione di scegliere tra la vita professionale e quella personale. Le persone di successo sono felici e hanno una vita ben equilibrata. Io ho deciso di non avere figli non certo per il lavoro, ma perché non mi vedo nel ruolo di madre. Il mio consiglio per le giovani donne è scegliere il tipo di vita che vogliono, le loro priorità e ciò che amano davvero, perseguendo il loro percorso con coerenza. Non fate le superdonne: il nostro tempo qui è limitato per cui è fondamentale sapere cosa NON si vuole fare.Se desiderate avere una famiglia e fare carriera, il vostro partner deve essere poi il vostro miglior alleato. Un tratto distintivo delle grandi donne sono proprio le persone al loro fianco. Se non avete accanto un partner che sceglie di non gareggiare con voi a chi abbia il lavoro più importante e non è in grado di capire che siete entrambi sullo stesso livello ... beh, dimenticatevi della carriera e dimenticatevi anche del partner.
Non ci sono auguri per la festa delle donne più indicati delle nostre interviste con le grandi donne della nostra rete internazionale.