Fascino e classe per importante dimora storica
- 15 Locali
- 7 Camere da letto
- 9 Bagni
- ~1200 m² Superficie totale
- ~1200 m² Superficie abitabile
- ~4000 m² Superficie terreno
- ~20 m² Superficie terrazzo
Cassano Magnago, Lombardia
Fascino e classe per importante dimora storica
Prezzo
1.500.000 €
Tipologia di proprietà
Villa
Condizioni
Eccellente
Locali
15
Camere da letto
7
Bagni
9
Numero di piani
2
Garage
4
Posto auto
4
Superficie totale
~1200 m²
Superficie abitabile
~1200 m²
Superficie terreno
~4000 m²
Superficie terrazzo
~20 m²
Area giardino
~4000 m²
Pavimento
Parquet, Pietra, Pavimento in legno
Classe di efficienza energetica
G
Certificato energetico disponibile
Sì
Tipo di certificazione energetica
Certificazione dei consumi
Tipo di riscaldamento
Riscaldamento a pavimento
Fonte di energia
Riscaldamento a gas, Riscaldamento a stufa, Riscaldamento a pavimento
Cassano Magnago è un comune italiano di 21.731 abitanti della provincia di Varese, ed ha una superficie territoriale con un'altimetria che varia dai 242 m s.l.m. ai 321 m s.l.m. Cassano Magnago è stata elevata al rango di città a seguito del Decreto del presidente della Repubblica 10 novembre 1997. Si pensa che Cassano fosse abitata sin da epoche remote, ipotesi sostenuta dal ritrovamento di un reperto archeologico, un'urna cineraria risalente al periodo tra il 600 ed il 450 a.C., riconducibile alla cultura di Golasecca (dal 1000 al 500 a.C.). Nei secoli successivi giunsero nel paese nuove migrazioni di popoli. La zona tra il Ticino e l'Adda fu occupata dagli Insubri e pare che il nome di Cassano Magnago derivi proprio da questa antica popolazione celta. Ritrovamenti poi dell'epoca romana sono dati da tipi vari di sepoltura, monete bronzee, ecc. Oltre al cerro, il vero simbolo di Cassano Magnago è la torre di San Maurizio, per la sua antichità è stata riconosciuta monumento nazionale, infatti gli archeologi ipotizzano la sua costruzione in epoca tardo romana, ad uso come torre per segnalazioni, in seguito venne rialzata per trasformarla in campanile dell'omonima chiesa, poi demolita nel primo Novecento, mentre il campanile fu restaurato negli anni Settanta allo scopo di impedirne il crollo. Forse inalzata in epoca precedente a quella romana, come suggerirebbe una lunga fresatura ai piedi della collina che arriva fino all'argine del torrente Rile, la quale ha generato una parete verticale la cui altezza varia dai tre ai quattro metri, rendendo inaccessibile tutto il fronte sud della collina. Se fosse confermata la natura artificiale, ciò lascerebbe ipotizzare la presenza di una struttura costruita dai celti e utilizzata dai romani dopo la conquista del territorio, per collocarvi un avamposto allo scopo di sorvegliare il territorio.
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