Nel cuore della Brianza, sorge la splendida e antica residenza di Villa Beldosso, la quale evoca già nel nome una felicissima posizione panoramica (nelle giornate terse visibile dal piano alto lo skyline milanese), coniugazione perfetta tra la morfologia naturale del luogo e l'architettura che ad essa fa esplicito riferimento.
Due massicci pilastri in pietra sorreggono l'elaborato cancello in ferro, lungo il cannocchiale prospettico che collega il viale e la villa, arretrata sul punto più elevato della vasta proprietà.
La villa ha un impianto articolato da più edifici che formano un organismo complesso ma, da questo punto, la vista coglie solo la dimora padronale, a pianta rettangolare. Tutta la proprietà è circondata da un parco privato con bellissime essenze come querce, carpini, castagni ed alberi da frutto della superficie complessiva di 96.563 mq, di cui circa 60.000 mq sono all'interno di antica cinta muraria. Dalla doppia scala centrale con balaustre e statue si sale al parterre dal quale si accede all'edificio, elevato su tre piani, con due balconcini al piano nobile e un'ordinata serie di finestre e porte finestre.
Ad est della Villa troviamo in aggiunta la cappella gentilizia, progettata da Simone Cantoni.
All'interno, la villa conserva ambienti di grande suggestione per l'organizzazione e le dimensioni delle sale, affrescate e decorate con stucchi e soffitti lignei, con gli arredi originari in parte mantenuti.
Attraversa almeno cinque secoli la storia di Villa Beldosso, la cui fondazione si fa risalire ai primi anni del Cinquecento. Non sorprenda l'amplissimo arco temporale, giacché la sua vicenda trae origine dalla relativa prosperità economica dell'epoca tardo sforzesca che ha visto affermarsi anche al nord Italia - citando Emilio Sereni - il "bel paesaggio" della villa all'italiana. L'originaria dimora è giunta sino a noi alquanto modificata nelle forme e nell'impianto, condizionato da successivi interventi di adeguamento alle esigenze dei diversi proprietari. Radicale fu forse quello intrapreso alla fine dell'Ottocento dal conte Andrea Sola, coniugato con la marchesa Antonietta Busca Arconati Visconti. A quel tempo risale l'impronta neobarocca derivata dall'apporto decorativo sulla facciata rivolta a sud, di fatto predominante, anche se l'accesso principale è sul lato opposto, così come le cornici delle finestre con timpani e conchiglie e la composizione modulata su tre partizioni con conci bugnati. L'intervento culminò con la costruzione del monumentale scalone esterno a due rampe mistilinee, salite a collegare una panoramica terrazza delimitata da balaustre in pietra traforata.
Nel 1821 fu costruito al vertice nord-est della villa l'oratorio neoclassico ad aula circolare, preceduto da protiro colonnato e timpano superiore, progettato da Simone Cantoni. Negli ultimi decenni la villa è stata acquistata da Luigi Galli, antiquario di fama europea, che ne ha curato il restauro, la costante manutenzione e l'organizzazione degli spazi espositivi di mobili d'epoca nei sontuosi saloni.
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